Le tradizioni dell'oristanese
Nelle ultime settimane d'agosto, un gruppo di donne in costume tradizionale e a piedi nudi, porta in processione il simulacro del Santo dalla chiesa Maggiore di Cabras al santuario di San Salvatore, dove i riti religiosi si susseguono per nove giorni.
La corsa vera e propria ha inizio all'alba del primo sabato di settembre.
Procurato "s'abidu" (abito della confraternita d’appartenenza) i giovani del paese si ritrovano nel sagrato della chiesa Maggiore di Cabras, da lì il simulacro verrà portato in processione fino alla periferia del paese. A questo punto "is curridoris" (i corridori) legano "s'abidu" all'altezza della vita, coprono la lettiga che racchiude il simulacro del Santo e iniziano la corsa a piedi nudi fino al villaggio di San Salvatore di Sinis.
Una "muda" composta da due giovani corridori tiene la portantina col simulacro e nessuno dovrà tentare di superarla. Ogni cento metri viene dato il cambio e durante il percorso gridano "Viva Santu Srabadoi" (San Salvatore). Arrivati al villaggio "is curridoris" vengono accolti da centinaia di fedeli e dai turisti in un esplosione di gioia e colori intensi che rendono l’evento ancora più emozionante per i fortunati astanti.
Lo stesso rituale è svolto la domenica seguente con l'itinerario contrario per riportare il Santo in paese, dove ad attenderli, la folla composta da fedeli, curiosi, appassionati e turisti darà vita alla processione che si concluderà di fronte al sagrato della chiesa di Santa Maria Assunta.
Il lunedì che segue le donne in processione riportano il simulacro nella chiesa Maggiore.
Il rito della corsa degli scalzi vuole essere di buon auspicio per il raccolto, la pescosità nello stagno e la fertilità delle greggi.
La Sartiglia di Oristano
Ogni anno, nell'ultima domenica e il martedì di carnevale, nel capoluogo di Oristano, si svolge la nota corsa equestre alla stella: La Sartiglia. L’evento richiama ogni anno migliaia di turisti che trasformano la città che si prepara a questa manifestazione durante tutto l’anno e va avanti con lo stesso entusiasmo dal xv sec. d.C.
La Sartiglia della domenica viene organizzata dal Gremio dei Contadini mentre il martedì la manifestazione è sotto la direzione del Gremio dei Falegnami.
L'antico rito vuole che in corrispondenza della Candelora, la festività durante la quale vengono benedette le candele, i Gremi ovvero le antiche corporazioni delle Arti e dei Mestieri, durante la messa religiosa scelgano Su Componidori, cioè il Capo Corsa, colui che avrà il compito di dirigere la corsa alla stella e benedire la città.
Prima della corsa la giornata della Sartiglia ha inizio con la Vestizione del Capo Corsa , un lungo rituale dove su Componidori, accompagnato dai tamburini e trombettieri che scandiscono il ritmo di questa cerimonia, si prepara ad indossare la suggestiva maschera androgina che farà perdere identità e fattezze terrene al cavaliere. Con l'aiuto delle Massajeddas , un gruppo di donne che avranno il compito di vestire il Capo Corsa, la maschera verrà cucita e fissata secondo un procedimento molto antico da sapienti mani, istruite appositamente al compimento del gesto.
Dal momento in cui su Componidori avrà questa investitura e salirà sul suo cavallo non potrà mai più toccare terra fino alla fine della manifestazione. A seguire una lunga sfilata della Corte in abiti antichi medievali e in costume tipico sardo ornati dei più sfarzosi gioielli e costose stoffe, percorrerà le vie centrali della città sino alla piazza della Cattedrale insieme al Capo Corsa che benedirà la città e la folla con una sorta di scettro chiamato: “ Sa Pippia e Maju” un particolare mazzo di fiori a due capi composto da circa duemila violette legate insieme da un nastro di colore verde.
Terminata la benedizione della città e degli astanti avrà luogo, nella via centrale la tanto attesa corsa, aperta da un altro cerimoniale dove su Componidori, incrociando la spada per tre volte sotto alla stella, con il primo cavaliere da lui scelto per la discesa, dà ufficialmente il permesso al cavaliere di cimentarsi nell’impresa di riuscire a prendere la stella forata con la sua spada, lungo la sua corsa sfrenata a cavallo. Ogni cavaliere, a cominciare da su Componidori, dovrà tentare di prendere la stella perché più stelle verranno raccolte dai cavalieri e più sarà di buon auspicio per l’intera città, senza contare il grande prestigio che ne deriva per il Gremio nell’avere un numero di stelle maggiore di quelle raccolte dagli avversari. Una volta che tutti i cavalieri scelti avranno terminato la loro discesa la corsa si chiude con su Componidori che percorre in maniera acrobatica a tutta velocità la via Duomo, piegato all'indietro sul dorso del suo cavallo e benedicendo ancora una volta la folla con sa Pippia de Maju.
La manifestazione continua con Le Pariglie nella via Mazzini, una spettacolare prova di destrezza e capacità a cavallo dove, a gruppi, i cavalieri appartenenti alla stessa scuderia e con il loro costume tradizionale, effettuano delle acrobazie come piramidi umane o altre figure incredibili sui loro cavalli, mentre questi sfrecciano al galoppo per la via.
La giornata della Sartiglia si conclude infine con la Svestizione, rito che chiude la manifestazione e riconsegna le vesti de su componidori a is Massajeddas tra gli applausi e l'emozione del pubblico, aprendo così i festeggiamenti che si protraggono per tutta notte.
Questa incredibile manifestazione viene riproposta con protagonisti differenti anche il martedì che segue, capeggiata appunto dal Gremio opposto a quello che ha condotto la corsa della domenica e in versione un po più soft anche dai bambini che mettono in scena una Sartiglia tutta loro, spesso non meno spettacolare.
L’evento richiama turisti e appassionati da ogni parte del mondo e nel giorno di ferragosto ne viene riproposto un assaggio in versione estiva nel lungo mare di Torregrande, per far conoscere la festa a chi ancora non ne ha sentito parlare.
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